Voragine, la paura non è passata - 09-02-02 - da Il Sannio Quotidiano

 

 

Telese Terme

Il sindaco Giuseppe D'Occhio: "Non ci sono pericoli per le abitazioni situate nei dintorni"

Parla uno degli sfollati: "Sono preoccupato. Mi dicono che l'area è a rischio idrogeologico"

 

di Antonio Vecchiarelli

 

Voragine in via Udine a Telese Terme, ci si attiva per capire cosa ha determinato lo smottamento e per approntare interventi tesi a perseguire il risanamento dell'area.

La zona in questo momento è soggetta a monitoraggio da parte dei tecnici del Comune di Telese allo scopo di verificare se il cedimento si è arrestato o continua.

 

Il sindaco della cittadina termale, Giuseppe D'Occhio, sta coordinando gli interventi dell'ufficio tecnico tesi anche ad individuare quale possa essere il miglior intervento per annullare le cause che hanno determinato il cedimento di buona parte del suolo che interessa un'area incolta prospiciente via Udine, sta cedendo ancora.

 

Una superficie che si aggira attorno ai 200 metri quadri. La profondità dello sprofondamento è di circa dieci metri. Il primo cittadino avanza qualche ipotesi su quanto è accaduto. Ricorda la vecchia sorgente che esisteva (e che esiste tuttora) che intorno agli anni '70 fu sistemata: un periodo in cui, sottolinea il primo cittadino di Telese, si seguiva delle modalità di intervento che si basavano più sull'esperienza che non sulla base di indagini tecniche approfondite. Fu captata la fonte e la produzione di acqua incanalata per consentire il deflusso.

 

Evidentemente, spiega il sindaco D'Occhio, una quota non adeguata del canale di sfogo, potrebbe non aver perseguito lo scopo e consentito infiltrazioni laterali che con il passare del tempo potrebbero aver eroso il terreno portandolo al cedimento.

 

I primi interventi sono già iniziati allo scopo di far defluire l'accumulo di acqua, ma altri ne arriveranno, ben più incisivi, naturalmente dopo aver condotto una attenta analisi idrogeologica sull'area.

 

Tuttavia il sindaco Giuseppe D'Occhio si dice convinto che non ci sia un pericolo reale di sprofondamento per la zona interessata. Lo stesso sgombero dei due stabili (uno di tre piani con otto appartamenti di cui quattro abitati e l'altro, a due piani, con una sola famiglia) è stato, secondo il parere del primo cittadino, solo una scelta precauzionale.

 

Ma l'accaduto non fa certo dormire sonni tranquilli a chi abita nei dintorni e chi si è visto costretto a riparare presso gli alloggi di parenti.

Qualcuno di questi abitava in quell'area da 4 anni, aveva investito i suoi risparmi per crearsi un tetto... il timore che questo possa essere inghiottito dalle viscere della terra, è presente.

 

"Ci hanno detto di stare tranquilli, ma è difficile - dichiara uno degli sgomberati che vuole restare nell'anonimato -. Si dice l'area sia a rischio da un punto di vista idrogeologico, attendiamo che qualcuno ci spieghi, con supporti tecnici adeguati se sia il caso di continuare a vivere in questa zona".